Personalizza il sito

Allestimento tattile


Pavimentazione continua

Inizio Contenuto

Sei in: Pagina iniziale, Esperienze italiane sistemi e musei


Nella mente di un cieco dalla nascita, non c’è la realtà dei colori né di alcun fenomeno visivo; nonostante ciò, i ciechi educati a tale sfera percettiva, hanno un buon senso della realtà.

A Bologna un cieco può "vedere" i dipinti.
L’Istituto Cavazza e il Museo Anteros sono i luoghi in cui è possibile toccare le opere pittoriche. Qui, si hanno opere che vanno dal periodo classico al contemporaneo e per ognuno di questi si lavora circa 8 mesi; i quadri sono stati "trasformati", a differenza della scultura che viene "copiata"; il dipinto viene reinterpretato per poter diminuire la distanza tra il "toccare e il vedere".
Il metodo si rifà al classico "Bassorilievo", con l’uso del "sottoquadro" (i contorni accessibili).
Esempi di dipinti tradotti:
Dipinto e rilievo del Duca Federico da Montefeltro (Piero della Francesca) Dipinto e rilievo della Gioconda (Leonardo da Vinci)

Sono realizzati in gesso con la matrice del calco in creta, fatta a mano. L’esecutore dei bassorilievi si troverà a dover fare una scelta di "scala" nell’interpretare il dipinto; le dimensioni variano per i diversi particolari da dover far toccare. Viene fatta una prima riproduzione in rilievo, e una volta arrivati a quella ottimale, si cuoce la creta; si passa poi alla copia in "gomma siliconata" dalla quale si ottiene la copia in gesso.
I dipinti sono comunque affiancati da tavolette "didattiche" per la migliore comprensione dell’opera.

A Milano, presso l’Istituto Ciechi, si è adottato il sistema della "Termoformatura" , tecnica che produce il bassorilievo tramite la deformazione di un supporto riscaldato. Il foglio viene posto su una matrice rigida dalla quale , per aspirazione, si crea una depressione che fa aderire il foglio facendogli prendere forma.

A Brera, la traccia in rilievo si ottiene con un particolare foglio su cui sono state messe delle piccole gocce termosensibili; il calore dei raggi infrarossi, nei forni, fa gonfiare e solidificare queste goccioline che formeranno il disegno. Sono stati riprodotti così l’immagine della Sindone e i dipinti della cappella Sistina.

L'iniziatore del "Museo Tattile" in Italia è Il "Museo Egizio" di Torino.
Questo, nato nel 1982, ha la prerogativa di far toccare gli originali, vista la mole delle statue. Statue originali dei Regni Egiziani, in pietra, granito, biorite; La scelta di usare gli originali è nata da uno studio che hanno fatto sui più antichi testi in braille e il loro stato di conservazione, notando che non erano stati alterati dal tempo; per cui se la carta non aveva subito alcun danno era impensabile che lo avessero potuto subire le statue.
Foto che ritrae parte della sala dedicata alla scultura classica
Queste sono disposte lungo il muro della sala per dare maggior ampiezza al percorso; per le statue molto alte c’è l’ausilio di una scaletta. La scelta dei pezzi è stata basata sull’interesse storico; c’è comunque l’ausilio di un’audioguida che aiuta il non vedente nell’esplorazione tattile delle statue. Presenti sempre le schede didattiche che hanno riportati anche dei disegni di punti di vista diversi ,sempre in braille, delle statue.

A Venezia nel "Museo Correr", il percorso per i non vedenti è nato da una tesi di laurea in ergonomia. L’esposizione è sviluppata in diverse sale e il cieco può far affidamento sul sistema del Talking signs: Si trovano statue bronzee in vetrine per l’occorrenza apribili per essere toccate. Nelle sale l’aiuto del percorso è dato da un corrimano che gira lungo il perimetro; questo, grazie a delle tacche incise, segnalano di dover girare, una vetrina apribile o un oggetto da toccare;
Esempio di corrimano con testi in braille, stazione ferroviaria

Ad Ancona nel 1999, il "Museo Omero" è stato riconosciuto come "Museo Tattile Statale", riconoscendo ai ciechi la possibilità di approfondire la loro personale cultura. L’idea del museo tattile nasce nel 1988 dal Direttore Aldo Grassini e si inaugura nel 1993.
L’esposizione, di arte plastica, si divide in 4 settori: - scultura classica; - scultura contemporanea; - architettura; - mimica del volto.
Quattro foto che mostrano ognuna un particolare dei quattro settori del Museo 
Omero di Ancona

Qui si è adottato il sistema del Walk assistant, come su detto, per "passeggiare" nel museo. Si trovano riproduzioni delle statue più famose, affiancate a volte da "miniature", nel caso siano molto grandi. La sezione della mimica facciale aiuta il non vedente a farsi l’idea delle espressioni umane difficilmente percepibili sia dalle statue che dal rapporto diretto con persone. In questo museo "è vietato non toccare", le statue infatti essendo riproduzioni in gesso cerato o vetroresina, non rischiano di essere deteriorate dall’uso. L’utenza è formata da persone normodotato e scuole a cui è stato riservato del materiale didattico.


Pavimentazione continua